martedì 29 settembre 2009

Il silenzio

Pochi riescono a sopportare il silenzio, subito si cercano delle complicità, nei suoni, nelle banalità, pur di riempire un vuoto che ci pone muti e misteriosi di fronte all’altro.
Il silenzio sottrae, allontana e non abbiamo più niente da verificare, non sono possibili rapide analisi rassicuranti, va tutto bene, sei allegro, sono tranquilla, sei contento, sono preoccupata. Non importa se le parole non rispecchiano quello che davvero si agita dentro di noi, basta riempire il vuoto di insulsi rumori, per non imbarazzare il prossimo, per non inquietarlo.
E’ terribile, poi, andarsene via così, lasciando che l’altro annaspi nel tuo inconoscibile silenzio.

domenica 20 settembre 2009

La nuova casa

Sono qui, ora. Ho cambiato casa, avevo necessità di respirare aria nuova.
Quello che mi ha dato la spinta decisiva a cambiare piattaforma, per il mio blog, è stata la nuova versione di Splinder, macchinosa e inefficace.
Spero di ritrovare tra i miei lettori i pochi amici autentici che ho conosciuto durante i due anni trascorsi su Splinder. Mi auguro di incontrare qui persone nuove che condividano i miei stessi interessi per i libri e la letteratura. Comunque andrà, avrò fatto un'altra esperienza.
Incrocio le dita e... vedremo!


da: http://www.newstin.it/tag/it/138051050
Varriale: Ragazzi di Camorra - Matteo così l'ha fatto suo
Come al solito Matteo sa cogliere fra le righe le cose veramente importanti. Sa farle sue e sa riproporle ai suoi lettori in modo stimolante. Questa volta ha saputo fare tutto ciò su di un libro che tutti i giornalisti di Lucignolo devono conoscere. Il libro di Pina Varriale “Ragazzi di camorra” della casa editrice “Il battello a vapore” pubblicato nel 2007 è un libro giusto per ragazzi della nostra età. Il protagonista è Antonio. Altri personaggi sono Arturo, Bruno, Genni e l’Inglese. Il libro parla di Antonio che ha tredici anni e dopo il matrimonio di sua sorella Letizia si trasferisce a Scampia, un quartiere di Napoli. Il cognato di Antonio si chiama Bruno e lo obbliga ad entrare nella camorra. In questa criminalità si fanno spacci, furti ed estorsioni. A Scampia tutto questo é normale. Antonio, invece, spera ancora in un’ altra vita. E, proprio quando si sta guadagnando la fiducia dell’Inglese, uno dei capi della camorra, conosce Arturo, un insegnante che tenta di far conoscere ai ragazzini del quartiere un modo di vivere legale. Iniziando a frequentare il suo ”rifugio”, Antonio scopre quella infanzia che gli era stata rubata. Ma alla camorra non piace che i suoi ragazzini vadano in questo posto e allora decidono di dar fuoco al rifugio. Dopo che vede tutto distrutto, Antonio capisce che l’unico modo per salvarsi la vita è ricostruire il “rifugio” e sperare in una vita diversa. Il linguaggio usato dalla Varriale è semplice, e anche per questo il libro è molto bello. Soprattutto molto interessante. Questo libro è così interessante che anche gli adulti lo dovrebbero leggere. Ci fa conoscere com’ è la vita di un ragazzino costretto a diventare un delinquente e come alla fine si possa cambiare, a volte anche grazie ad una sola persona che si interessa a chi ha bisogno di aiuto.



da: http://www.sestaluna.eu/ita/Interviste/I-temi-scomodi-di-Pina-Varriale
I temi scomodi di Pina Varriale
Laura Ogna
05/09/2009 16:25

È da poco uscito il suo romanzo I bambini invisibili che affronta il tema dei ragazzini rom, solo un anno prima aveva pubblicato il premiatissimo Ragazzi di camorra, Pina Varriale è una scrittrice per ragazzi che non rifugge i temi “scomodi” e difficili. Tutte storie che fanno pensare, che chiedono di cambiare sguardo.
«Cerco sempre storie vere»- dice Pina Varriale - «Il primo libro che ho pubblicato raccontava la Seconda Guerra Mondiale, poi ho scritto un romanzo sulle quattro giornate di Napoli i cui fatti ho ricostruito dai racconti di mio padre oltre che da un’accurata documentazione. In Quando la luna diventa saracena ho invece raccontato gli attacchi dei saraceni nel sud Italia nel ducato di Napoli, raccontando il Seicento dopo Cristo attraverso gli occhi di un ragazzino».
Come nasce l’idea di una storia da raccontare?
«Molto spesso l’idea di una storia nasce da una immagine, da una emozione profonda e fortissima. Per “I bambini invisibili” è successo qualcosa di simile, ho visto per strada una famiglia Rom che faceva la “spesa” nei bidoni della spazzatura con una allegria e una serenità che mi hanno lasciato esterrefatta. Mi sono domandata allora chi fossero davvero i Rom, da qui è nato il desiderio di approfondire la conoscenza di queste persone. Tuttavia, se è vero che molte delle mie storie nascono da una emozione, è altrettanto vero che la realtà, in tutti i suoi risvolti e le esperienze vissute in prima persona, come nel caso di “Ragazzi di camorra”, sono gli elementi determinanti per indurmi ad approfondire l’argomento di cui tratto poi nel romanzo.»
Quanto approfondisci, cerchi di conoscere o vivere la realtà di cui poi parlerai nei tuoi libri?
«Dietro tutte le storie che racconto c’è sempre un grande e accurata ricerca che mi consente di comprendere aspetti e fatti di un determinato periodo storico o di un particolare problema. Spesso, alla documentazione raccolta, va ad aggiungersi l’esperienza personale che di sicuro mi aiuta molto nella stesura del romanzo. Mi piace anche,quando è possibile, ascoltare dalla viva voce dei testimoni il racconto delle loro esperienze, a questi “ingredienti” aggiungo infine il desiderio di raccontare nel modo più semplice possibile delle realtà che, altrimenti, continuerebbero a essere incomprensibili.»