sabato 31 ottobre 2009

Lezione n.2 I dati sensoriali

Visto che siete dei testardi e avete deciso, nonostante tutto, di seguire ancora queste “lezioni” di scrittura, passiamo allora a qualche piccolo suggerimento sulle ambientazioni.
Dopo avere dato delle rapide “pennellate” ai vostri personaggi, badando di dare loro una connotazione psicologica o caratteriale ben definita, passiamo ad “ambientare” i nostri attori.
Immaginate di assistere a un film o a una rappresentazione teatrale. In questi casi il regista è sempre attento a curare la scenografia, così che già dalla prima occhiata possiate capire il “quando” e il “dove”.
Se si alza il sipario e la scena mostra alcuni tavoli di legno, delle sedie impagliate, alcune caraffe di creta , dei bicchieri col vino, comprendete subito di essere in un’osteria. I dati “sensoriali”, in questo caso la vista, vi mettono immediatamente in condizione di comprendere il luogo e, semmai, il tempo della rappresentazione a cui state per assistere. Il regista e lo scenografo giocheranno sui costumi, le luci di scena, gli oggetti con cui andranno ad arredare l’ambiente ma tutto ciò che possono fare, per attirare l’attenzione del pubblico e dare una immediata e corretta “informazione” si basa sui dati visivi.
Lo scrittore ha un’arma in più, senz’altro raffinata ed efficace. Grazie alle parole e, in particolare, alla capacità di “descrivere” , mette il lettore nella condizione ideale per immergersi completamente nella scena. Lo scrittore non si limita a descrivere il luogo, gli oggetti e le loro caratteristiche, gli arredi e gli abiti indossati dai personaggi, lo scrittore crea l’ambientazione.
Cosa vuol dire creare una ambientazione? Semplicemente connotare la scena con dei dati capaci di evocare emozioni, ricordi sentimenti. Dire che “per quella stretta strada senza sole, soffocata tra alti palazzi grigi, si sentiva, al mattino presto, un profumo di pane appena sfornato” vi fa subito venire alla mente un ricordo d’infanzia, una situazione simile che voi stessi avete sperimentato. Inoltre, giocando sugli opposti, il carattere “freddo” dell’ambiente (strada stretta e senza sole, palazzi grigi) è mitigato e addolcito da una “presenza” familiare e rassicurante (il profumo del pane appena sfornato). A questo punto il lettore è già parte della scena, è protagonista lui stesso e non semplice fruitore. Un profumo, un suono, un odore hanno un forte potere evocativo su qualunque essere umano. Imparare a utilizzare questi elementi per dare significato ed efficacia all’ambiente descritto vi aiuterà a raggiungere più facilmente l’obiettivo dell’immedesimazione.
Esercitatevi a “ambientare” tenendo conto anche dei brani sotto riportati:


1.Sui vetri della porta c'erano alcune réclame. Tintinnó un campanello. Fin dalla soglia ci si sentiva avvolgere da una atmosfera indefinibile dominata dagli odori.Ma quali odori? Una punta di cannella, una nota più intensa di caffé macinato, e anche un vago sentore di petrolio, mischiato però a zaffate di acquavite.Una lampadina elettrica, una sola. Dietro al banco di legno verniciato di marrone scuro, una donna con i capelli bianchi e un corpetto nero parlava con una donna che teneva un bambino in braccio.(George Simenon, La casa dei fiamminghi, Adelphi)


2.La soffitta era grande e buia. Odorava di polvere e di naftalina.All'infuori del tambureggiare leggero della pioggia sulle lastre di rame del gran tetto, non si sentiva volare una mosca.Travi possenti, nere di vecchiaia, si levavano dal pavimento, si incontravano più in alto con altre travi del tetto...Qua e lá pendevano ragnatele grandi come amache, che si muovevano avanti e indietro nella corrente d'aria, lievi e silenziose come spiriti. Dall'alto di un finestrino che si apriva nel tetto scendeva un lattiginoso raggio di luce.L'unico essere vivente, in quel luogo dove il tempo pareva essersi fermato, era un topolino che saltellava sul pavimento, lasciando sulla polvere impronte delle minuscolissime zampe. Là dove strisciava per terra il codino correva un segno lungo e sottile. Improvvisamente la bestiola si arrestò e rimase in ascolto...e poi, psst! con un guizzo sparì in un buco dell'assito.(M. Ende, La storia infinita, Longanesi).


3.Una volta, in cima al mucchio dei rifiuti da concime del mago vedemmo un drago minuscolo che si
grattava sotto un'ala verde con gli artigli rosso scarlatto e alitava fiamme azzurree fumo grigio.

(M. Mahy, Una porta in cielo, Mondadori)



Pina Varriale

domenica 25 ottobre 2009

Terra mia

Occhi ciechi su un vicolo buio, porte chiuse.
La polvere dei vicoli e l'aria di un mare che porta a riva soltanto i morti.
Ridi.
Ombre sedute al tavolo di un bar, silenziose come questo paese dimenticato da Dio.
La notte ha inghiottito l'ultima speranza.

sabato 24 ottobre 2009

Corso di Scrittura Creativa: scrivere per pubblicare

Introduzione

Se state pensando di diventare scrittori di successo frequentando un corso di scrittura creativa, penso che fareste meglio ad impiegare il vostro tempo in un altro modo. Magari vi converrebbe fare una passeggiata o sedervi in poltrona e ascoltare la vostra musica preferita. Non esistono infatti regole univoche che permettono di trasformare un aspirante scrittore (o un imbrattafogli, se preferite) in un Autore con la maiuscola. E allora cosa stiamo a fare qui? Nulla, se non il tentativo di migliorare il modo di scrivere, evitando gli errori più comuni e imparando, col tempo, l’esercizio e la fatica (tanta!) a migliorare i nostri elaborati dal punto di vista sintattico, grammaticale e per ciò che attiene ai contenuti.
C’è un elemento imprescindibile che distingue un imbrattafogli da un Autore in grado di comunicare emozioni, sensazioni, sentimenti e suggestioni. Quel “quid” si chiama talento ed è, purtroppo, una dote naturale. Nulla impedisce, tuttavia, anche per chi non ha questo dono, di migliorare notevolmente la qualità di ciò che scrive, conseguendo in tempi ragionevoli un risultato più che soddisfacente.
Allo scopo di fornire i mezzi indispensabili per scrivere un buon testo, troverete qui, i consigli, i trucchi, gli spunti e gli esercizi utili allo scopo.
Questo “manuale” si andrà, di volta in volta, strutturando on line e si arricchirà, col tempo, non solo di notizie utili e di materiali didattici, ma anche di notizie riguardanti i concorsi letterari, le segnalazioni degli eventi culturali più importanti e di una sezione specifica dove saranno pubblicati gli elaborati migliori.
Scrivere è un’esperienza meravigliosa, un’esplorazione all’interno del proprio spirito, un mezzo per superare ogni barriera e confine. Buon viaggio a voi tutti!

1.
L’idea e il personaggio

Per cominciare a narrare una storia, sia essa in forma di racconto o di romanzo, è necessario dare al lettore un’idea dei personaggi di cui tratteremo le vicende. Un errore comune a molti scrittori esordienti è quello di dilungarsi fin dalle prime battute su particolari insignificanti, tralasciando un elemento fondamentale. Di chi stiamo parlando?
La prima regola, se così vogliamo chiamarla, è dare immediatamente e in poche battute, un’immagine precisa dei personaggi. Non è necessario descrivere con cura l’abbigliamento, i particolari del viso, il colore degli occhi e dei capelli. Con poche pennellate dovete mettere in grado il lettore di “vedere” il personaggio, puntando su qualche caratteristica fondamentale che permetterà, nel successivo sviluppo, di connotarlo e di riconoscerlo subito. Possiamo dire di un uomo che “era grasso, piuttosto basso e coi capelli radi” ma se aggiungiamo a questa descrizione un elemento “caratteriale” che lo contraddistingua, avremo cominciato a lavorare sullo “spessore”, elemento questo che manca, quasi sempre, nei testi degli esordienti.
“Era grasso, piuttosto basso e coi capelli radi ma aveva una risata contagiosa”. Come potete notare, non abbiamo fatto altro che aggiungere l’elemento “risata contagiosa” per rendere l’idea di una persona gioviale e dal buon carattere.
Analizzando i testi descrittivi di seguito riportati, esercitatevi a descrivere un personaggio, reale o immaginario non importa, quello che conta è che, con poche battute, appaia “vivo”.


1.Quest'uomo era un giovanotto di forse venticinque anni, di una bellezza che poche volte ho visto in vita mia.Alto, con le spalle larghe, la vita snellissima come se fosse stato una donna, elegante, le gambe lunghe negli stivaloni di vacchetta gialla.Era biondo come l'oro, aveva gli occhi di un colore tra il verde e l'azzurro, tagliati a mandorla, strani e come sognanti, il naso dritto, grande e sottile, la bocca rossa e ben disegnata; e quando sorrideva scopriva denti bellissimi, bianchi e regolari, che era un piacere guardarli. Lui ci disse che non era tedesco ma russo, di un paese lontano assai.
(A. Moravia, La Ciociara, Bompiani)

2.Martino è un mio vecchio compagno di scuola, con una testa lunga, lunga, una fronte e un mento interminabili, un grosso naso informe che sembra una pietra, e due occhi in mezzo a quel deserto montagnoso del suo viso, dolci, pieni di tenerezza, pendenti in basso, di un bel color nocciola, come quelli di un cane.(C. Levi, L'orologio, Einaudi)

3.Era una donna robusta e dall'aria zingaresca, con due grossi anelli d'oro alle orecchie e catene d'oro e collane di perline colorate al collo. Aveva un volto asimmetrico, imbellettato e pieno di rughe, ma con una espressione intensa, un naso adunco, occhi neri ardenti. Era scura di carnagione e i capelli lunghi e spettinati erano neri. Gli abiti svolazzanti servivano forse a nascondere il fatto che era grassa o forse li indossava solamente per la loro ampia e trasandata comodità, una tunica rossa, una sottana nera a balze, una lunga e ampia giacca grigia di cotone, uno scialle rosso e blu. Gambe nude, piedi nudi, sandali.(R. Rendell, Qualcosa di sbagliato, Rizzoli)
Pina Varriale

lunedì 12 ottobre 2009

Presentazione del libro "Non calpestate i nostri diritti", Piemme

Martedì 10 novembre presso il teatro del'Unicef di Roma verrà presentato alla stampa e ai ragazzi delle scuole primarie romane il libro,edito da Piemme, "Non calpestate i nostri diritti", una raccolta di racconti dedicata alla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia.
Dieci scrittori e dieci illustratori tra i più noti in Italia raccontano ai ragazzi, attraverso storie scritte con grande sensibilità e disegni suggestivi, i dieci diritti fondamentali dei bambini.
Il ricavato della vendita del libro sarà devoluto al Progetto Scuole per l'Africa, promosso dall'Unicef e dalla Fondazione Nelson Mandela.
Il progetto interesserà oltre 4 milioni di bambini in 11 paesi africani.
Madrina d'eccezione, la signora Clio Napolitano che ha curato anche la prefazione del volume.

domenica 11 ottobre 2009

L'amore (forse)

Quando sai ascoltare con l'anima e col cuore, quando riesci, almeno per un attimo, a essere al posto dell'altro. Quando sai reclamare i tuoi diritti senza calpestare quelli altrui, quando non è un peso spendere il tuo tempo sapendo, fin dall'inizio, che avrai soltanto nuovi affanni. Quando hai il coraggio di essere contro tutti, a cominciare da te stesso, allora (forse) puoi chiamarlo amore.

lunedì 5 ottobre 2009

Non calpestate i nostri diritti- Piemme per l'UNICEF



Sarà in tutte le librerie d'Italia, a partire dal 10 novembre, l'antologia "Non calpestate i nostri diritti" edita da Piemme per l'Unicef. Dieci illustratori e dieci autori, tra cui la sottoscritta, hanno interpretato e dato voce, ognuno secondo il proprio stile e la propria personalità, agli articoli della Carta dei Diritti dei Bambini. Il ricavato della vendita di questa antologia andrà totalmente devoluto all'Unicef che da anni si occupa di aiutare i bambini nel mondo.

Vi invito fin da ora a inserire questo bellissimo libro tra i regali che, sicuramente, avete in programma per Natale. Noi autori ed illustratori siamo stati ben felici di dare il nostro piccolo ma sentito contributo e di prestare le nostre voci a tutti quei bambini che, ancora oggi, si vedono negare perfino i diritti più elementari. Non limitiamoci a "sentirci" buoni, a volte un piccolo gesto può significare, per un altro essere umano (in questo caso un bambino) la differenza tra vivere o morire. Appena avrò la scheda tecnica del libro, il cui costo dovrebbe essere intorno ai dieci euro, darò a chi fosse interessato (e mi auguro che siate tanti!) maggiori dettagli.

venerdì 2 ottobre 2009

Parole, parole...

Quasi mai le parole servono per comprendersi, però sono eccellenti strumenti per aumentare l'ambiguità e la confusione.

giovedì 1 ottobre 2009

Problemi?

Tante volte i problemi degli altri sono anche i miei.
E i miei problemi? Appartengono solo a me, è ovvio.